Di incontri improbabili e... cake vegano al cacao con cardamomo e maggiorana

La timida farfalla colorata di giallo e di rosso volteggiava tra i fiori del geranio odoroso di citronella. Le formiche avevano stabilito la traiettoria di quel giorno e già, incessantemente, zampettavano lungo i bordi dei vasi fino ad arrivare, in una fila spasmodica, alle scale e al cancello. 

Il cortile era in ombra, i primi raggi di sole si limitavano, ancora per poco, a colpire la parete della rigogliosa buganvillea. Ben presto il sole avrebbe posato il suo implacabile sguardo sull’intero giardino, visitando prepotentemente ogni angolo e ogni pianta: anche quel giorno si sarebbe lottato per sopravvivere a così tanta arroganza.

Un pergolato di vite cercava di dare riparo a un tavolo di legno, a delle sedie e a una grande vasca in pietra che ospitava buona parte delle erbe aromatiche: basilico greco, erba cipollina, timo limone, menta, prezzemolo, e poi lei, la maggiorana, la più longeva del gruppo, già al suo quinto anno di vita, una veterana!
Era arrivata lì con grande entusiasmo e subito ben accolta, era molto amata per il suo carattere discreto ma deciso. Era la cocca di casa, pure la cagnolina Giò, con il suo muso chiaro andava annusandola tutte le mattine.
La placida maggiorana l’aspettava e si rallegrava nel vedere quel pallino nero che si arricciava per meglio sentirne il profumo, anche perché, a questo movimento assai buffo, ne corrispondeva uno altrettanto divertente, quello della coda che batteva contro una parte del muro con un suono cadenzato.

Anche quella mattina, l’ineffabile Giò era passata, secondo il suo modo, a salutarla, poi aveva iniziato a stanare e a cacciare le lucertole.
Il sole già alto aveva inondato buona parte del giardino ma ancora non era arrivato sopra la pergola e, a quell’ora, si poteva godere di una timida frescura, residuo della notte passata.

Quel giorno la maggiorana era contenta, le sue foglie sarebbero state usate con la ricotta. Si trattava del suo incontro preferito. Le sue delicate foglioline e la suadente ricotta si sarebbero abbracciate con estrema dolcezza, accolte poi da una sfoglia sottile di pasta che le preservava, come fa lo scrigno con un tesoro, da rendere così eterno, quel connubio perfetto, nella memoria di chi aveva la fortuna di gustarlo.

A un tratto si sentì il cigolio del cancello, subito dopo dei passi leggeri e delle voci. Sul tavolo del pergolato si posarono dei barattoli, erano stranieri per forgia e per l’idioma delle etichette, risultavano alquanto esotici per quel giardino.
La maggiorana e i suoi cugini avvertirono subito che quel giorno sarebbe stato importante, non capirono il perché e il per come, ma la sensazione fu chiara.

Uno di quei baratoli si aprì e il contenuto spinto dal venticello leggero, che nel frattempo si era alzato, si avvicinò alla maggiorana.

Una bacca verde, da una forma un po’ strana, leggermente rigata, spandeva nell’aria un profumo nuovo, mai sentito prima: raccontava di paesi lontani, di oceani e di navi che li avevano attraversati.
L’aroma che si sprigionò, esuberante, fresco e vitale conquistò tutti.

La maggiorana fu colta da una vertigine, le sue foglie vellutate cominciarono a muoversi e a spandere il suo profumo delicato, dolce, accogliente.
Il cardamomo non resistette a quella dolcezza generosa e con la sua speziata sensualità avvolse la maggiorana tra le sue spire seducenti.

Mondi diversi e lontani s’incontrarono, note dolci e morbide si ritrovarono con note pungenti e balsamiche.
Il cardamomo raccontò, all' inebriata maggiorana, dei viaggi tra l’Oriente, l’Africa e il Nord Europa, tra dolci, pietanze e bevande.
Lei gli confessò che al massimo si era spinta fino alla Provenza, passando per la Liguria, tra torte salate, verdure e carni bianche ma che non aveva viaggiato tantissimo. Ultimamente il cacao, il giramondo per eccellenza, l’aveva invitata come ospite principale per delle barrette di cioccolato. Il cardamomo le disse che anche lui era un ospite abituale del cacao.
Quest’ultimo era da un po’ che, dalla dispensa, sentiva quei due parlare e sentendosi chiamato in causa mandò, dal suo barattolo ermetico, l’invito a celebrare con lui il loro idillio.
Fu così che nacque questa idea di un cake al cacao con cardamomo e maggiorana.

Nel frattempo mi era stato richiesto un dolce vegano poco calorico. 
Non c’è nessun tipo di grasso, non ci sono uova né latte. Quindi potete mangiarlo senza tanti sensi di colpa. Se invece volete un dolce “normale” potete prendere questa ricetta qui, postata solo qualche settimana fa, e utilizzare questa improbabile quanto, a mio avviso, riuscita combinazione.

P.S. importante, affinché non vi ritroviate con un mattoncino dopo qualche ora, sformarlo dallo stampo e metterlo a raffreddare avvolto in un canovaccio (che non odori di detersivo altrimenti gli aromi passeranno al cake).
















Cake vegano al cacao profumato al cardamomo e maggiorana

250g di farina 00
50g di maizena
40g di cacao amaro
110g di zucchero
300g circa di acqua
1 bustina di lievito
3 bacche di cardamomo
30g di maggiorana fresca
qualche fettina di pera per guarnire
sale
olio per lo stampo


Accendete il forno a 160°C. Ungete uno stampo da cake.
Liberate i semini che si trovano nei baccelli del cardamomo e metteteli con un po’ di farina nel tritatutto. Date qualche giro e mettete da parte.
Prendete le foglie della maggiorana che metterete nel tritatutto con un cubetto di ghiaccio. Tritate fino a quando la maggiorana non risulti quasi microscopica.

In una ciotola setacciate la farina con la maizena, il cacao e il lievito. Aggiungete lo zucchero, la farina con il cardamomo, il sale, mescolate e a filo unite l’acqua fino a raggiungere la consistenza di una pastella liscia. Unite il trito di maggiorana, date un giro di cucchiaio e sistemate nello stampo. Prima di mettere nel forno praticate un taglio e sistemate le fettine di pera.

Cuocete per circa 50 minuti, comunque a 40 darei una controllata con la lama del coltello, se dovesse risultare ancora liquida continuate per altri 20 minuti.
Una volta pronta, lasciate riposare qualche minuto, poi liberatela dallo stampo e avvolgetela in un canovaccio fino a quando non si raffredda.














É una torta che tende a seccare quindi consumatela in pochi giorni e conservatela nella pellicola o in un sacchetto per congelare.

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