ceci n'est pas de chocolat
























Sono mancata troppo tempo dal mio blog ma è un periodo un po' così, non saprei neanche come definirlo. Sono però contenta di riprendere a scrivere con questo post. 
Grazie a FB ho scoperto un vero e proprio "tesoro" e la persona capace e gentile che lo ha concepito e realizzato, Simone Sabaini. Il "tesoro" in questione è il cioccolato di Modica e la sua interpretazione, rispettosa della tradizione (massa di cacao, zucchero, spezia o aroma, lavorato a bassa temperatura, senza aggiunte ulteriori di burro di cacao) ma capace di perfezionare il risultato in termini di aroma e consistenza.
Sarebbe riduttivo se mi limitassi a descrivervi il gusto strepitoso,  la sensazione al palato etc. etc. Posso andare oltre e tranquillamente affermare che questo cioccolato, a me così familiare, appare come un libro le cui pagine si sfogliano e raccontano una storia, capace di rievocare ricordi in chi ce li ha o di aggiungere nuove suggestioni a chi sta per scoprire questo piccolo capolavoro artigianale nell'angolo sud orientale della Sicilia. 



Forse non mi sono spiegata bene, insomma, qualcuno potrebbe chiedermi " parli di libri o di cioccolato?" Beh non so bene neanch’io come rispondere, vi racconto la mia esperienza. Appena introdotto in bocca un pezzetto di questo cioccolato alla cannella è come se avessi aperto un ipotetico libro della mia infanzia, di un colpo ero lì, in casa della nonna, la sua voce dolce e al contempo ferma che raccomandava di non far bollire il bagnomaria in cui la massa di cacao stava sciogliendosi. Ho sentito il rumore delle chiavi che aprivano l’armadio della dispensa in cui veniva custodita la cannella assieme alle altre spezie, al buio, dentro i barattoli di vetro ermetici. Ho sentito il “fafff” dello zucchero sui piatti della bilancia (non so cosa darei per riaverla quella bilancia) e infine lo sbattere delle formine appena riempite di questo liquido denso, voluttuoso e profumato. Il mio olfatto si è svegliato 35 anni prima, ha incontrato la cannella della cioccolata, il gelsomino del terrazzino, i limoni appena raccolti e la sempre presente pianta di basilico in cucina. La mia vista ha incontrato lo sguardo dolce e immenso di mia nonna.
Lo so che qualcuno più bravo di me, parlando di "madeleines", aveva parlato di questa magia ma sono sicura che chi ricordi non ne ha e assaggia questo cioccolato, comincia a leggere una storia o comincia a scriverla, sempre se è disposto a farsi coinvolgere dalle emozioni e lasciare correre la fantasia.
La storia potrebbe essere quella di chi questo cioccolato lo produce, ne reinterpreta la tradizione e lo perfeziona, o la storia delle fave di cacao pregiate (Arriba Superior Summer Selected, presidio Slow Food) che arrivano dall’Ecuador o quella degli altri pochi ingredienti che arrivano da posti più o meno lontani: la scorza del limone Interdonato, la Cannella dello Sri Lanka, il pepe bianco di Sarawak, lo zucchero ricavato dai fiori delle palme da cocco da Bali o quello Mascobado integrale dalle Filippine etc. etc. o la storia dei produttori e della loro agricoltura rispettosa dell’ambiente.
Senza nulla togliere a chi questo cioccolato lo produce da sempre, con ottimi ingredienti e materie prime di qualità per un risultato che è universalmente apprezzato, qui vi parlo di qualcuno che maniacalmente ha scelto ogni ingrediente con uno scrupolo che solo chi ha qualche rotella fuori posto e una pignoleria che rasenta la patologia, poteva concepire (che non me ne voglia Simone ma si sa, solo chi è un po' "toccato" ha l'ostinazione necessaria per andare oltre e raggiungere il sublime) infatti il risultato è eccellente. Anche se mi rode, non poco, che sia un veronese, innamorato di questi luoghi, a concepire un prodotto di questo livello (sì, sono una campanilista e una fiera terrona :-))) devo ammettere che, spesso, lo sguardo di chi arriva dall’esterno è capace di cogliere la bellezza, a cui siamo abituati, e valorizzarla.
E per rimanere sulla linea del paradosso, del non-sense, del titolo rubato a Magritte, questo cioccolato non si acquista a Modica, esiste solo il laboratorio ma non il punto vendita!!!!
Intanto vi lascio il sito www.sabadi.it anche per scoprire meglio e in maniera più approfondita la storia di questo cioccolato.

Dei miei baffi al cioccolato che mi sono tenuta per un buon quarto d’ora, per il gusto sadico e burlesco del mio interlocutore che non mi ha minimamente avvisato, vi racconterò un’altra volta.

Commenti

  1. Cara Elisa, rieccomi dopo una mia breve vacanza. Se fosse per me fonderei il Club degli "cioccolattomani", gradisco solo fondente e devo sentire pure il "crak" quando si spezza una tavoletta di cioccolato. E' una vera goduria, tutte le mattine non manca mai un pezzettino a colazione. Entusiasta nel leggere il tuo blog e grazie per quello che scrivi. Bacioni dalla tua Fan

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  2. Ciao Fan, bentornata!!! Io non l'amo particolarmente, nel senso che posso non mangiarne per mesi e poi all'improvviso mi coglie la voglia di prenderne un pezzetto! Diciamo ch questo l'ho apprezzato molto e anche se non era il momento giusto, ne ho preso più di qualche pezzetto :-)))) Grazie a te per le belle parole che sempre hai per me!!
    Bacissimi!

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