"Patate 'ncupunati" e 7 agosto 1952 - una giornata al mare
oggi vi racconto una giornata al mare, risalente a un po' di tempo fa!
Una maniera molto originale, forse, per non dimenticare racconti di mia mamma e di mio zio, storie "minime" di una famiglia in un' epoca che ha il gusto di foto in bianco e nero, ritmi lenti, grande speranze e piccole gioie.
Una maniera molto originale, forse, per non dimenticare racconti di mia mamma e di mio zio, storie "minime" di una famiglia in un' epoca che ha il gusto di foto in bianco e nero, ritmi lenti, grande speranze e piccole gioie.
«Bobabba, Bobabba», disse il piccolo Zuddu chiamando la sorella il cui nome Rosalba veniva così affettuosamente stravolto, «bobabba, bobabba», continuò a chiamare.
La sorella sentì, tra un esercizio e l'altro al pianoforte, la voce del fratellino e già sapeva la causa di tale stato di eccitazione: papà aveva annunciato che il giorno dopo si sarebbe andati al mare, a Donnalucata.
Per lei il mare, invece, rappresentava la certezza di una scottatura, la fastidiosa sabbia che s'infilava dappertutto e temeva più di tutto il viaggio in auto che lei e la mamma pativano tanto; senza contare quella fastidiosa lana del costume che intrisa di salsedine diventava abrasiva sulla sua pelle così delicata.
Maruzzedda e l'autista Nino già discutevano su come organizzare il carico di tutto ciò che occorreva alla famiglia Moncada per trascorrere in maniera confortevole un'intera giornata al mare.
Due le auto in partenza: un'Ardea Lancia verde oliva guidata da papà e un'Augusta blu guidata dalll'autista. Quest'ultima era quella in cui si caricava tutto l'occorrente: dai teli ai vestiti di ricambio, dagli unguenti per le scottature ai secchielli e palette per il piccolo Zuddu, dai libri da leggere alle riviste; parte dello spazio veniva riservato alle ceste che accoglievano piatti, bicchieri, posate, una grande e candida tovaglia di lino corredata di tovaglioli; altre ceste custodivano il vettovagliamento adeguato alla lunga e stancante giornata al mare: uova sode, polpette di carne, polpette di melanzane, le patate 'ncupunate, frutta, qualche dolcetto di mandorle. Tale insieme veniva poi integrato dalle arancine di Santino Sampugna, il quale, in occasione del periodo estivo, lasciava la sua rosticceria vicino al Tribunale e trasferiva al mare la sua sapienza 'arancinesca' per la felicità di tanti modicani.
La mattina si partiva presto e, caricato il tutto sotto l'occhio attento di zia Stella, la famiglia si distribuiva tra le due auto in partenza. Arrivati a destinazione, preso possesso delle cabine e delle sdraio prenotate, si creava un'area molto accogliente in modo che Zuddu, Rosalba e le altre due sorelle maggiori, Concetta e Giuseppina, potessero giocare e leggere in tutta tranquillità. La mamma si dedicava al lavoro all'uncinetto inframezzato dalla lettura di Mani di fata, rivista per signore a cui era abbonata da quando era ragazzina. Accanto a lei sedeva la zia che non perdeva mai di vista i nipoti sempre capaci, con i loro giochi e i loro scherzi, di combinare qualche guaio di cui lei, con il piglio pragmatico e operativo, trovava soluzione immediata.
Dopo qualche bagno e qualche passeggiata arrivava l'ora di pranzo. Il papà per l'occasione aveva riservato metà di uno chalet che si trovava sulla spiaggia in modo da poter pranzare in totale tranquillità; ecco che in un attimo le assi grezze del tavolo venivano coperte dal lino bianco e resistente della tovaglia, bicchieri, posate e piatti venivano sistemati; posizionati al centro, i piatti di portata venivano scoperchiati e da essi si sprigionavano i profumi di tutto quel cibo che, zitto zitto, era rimasto lì a riposare dalla mattina, all'alba, quando Maruzzedda e la cuoca l'avevano preparato: l'odore solforoso delle uova, l'aroma della buccia di limone misto all'aglio delle polpette e quell'odore ricco e corposo delle patate 'ncupunate (incoperchiate) condite personalmente dalla mamma già la mattina per avere il tempo di prendere tutto il sapore e il profumo dell'olio, dell'origano, dell'aceto, del prezzemolo, della menta e del cipollotto tritatato fine.
La sorella sentì, tra un esercizio e l'altro al pianoforte, la voce del fratellino e già sapeva la causa di tale stato di eccitazione: papà aveva annunciato che il giorno dopo si sarebbe andati al mare, a Donnalucata.
Per lei il mare, invece, rappresentava la certezza di una scottatura, la fastidiosa sabbia che s'infilava dappertutto e temeva più di tutto il viaggio in auto che lei e la mamma pativano tanto; senza contare quella fastidiosa lana del costume che intrisa di salsedine diventava abrasiva sulla sua pelle così delicata.
Maruzzedda e l'autista Nino già discutevano su come organizzare il carico di tutto ciò che occorreva alla famiglia Moncada per trascorrere in maniera confortevole un'intera giornata al mare.
Due le auto in partenza: un'Ardea Lancia verde oliva guidata da papà e un'Augusta blu guidata dalll'autista. Quest'ultima era quella in cui si caricava tutto l'occorrente: dai teli ai vestiti di ricambio, dagli unguenti per le scottature ai secchielli e palette per il piccolo Zuddu, dai libri da leggere alle riviste; parte dello spazio veniva riservato alle ceste che accoglievano piatti, bicchieri, posate, una grande e candida tovaglia di lino corredata di tovaglioli; altre ceste custodivano il vettovagliamento adeguato alla lunga e stancante giornata al mare: uova sode, polpette di carne, polpette di melanzane, le patate 'ncupunate, frutta, qualche dolcetto di mandorle. Tale insieme veniva poi integrato dalle arancine di Santino Sampugna, il quale, in occasione del periodo estivo, lasciava la sua rosticceria vicino al Tribunale e trasferiva al mare la sua sapienza 'arancinesca' per la felicità di tanti modicani.
La mattina si partiva presto e, caricato il tutto sotto l'occhio attento di zia Stella, la famiglia si distribuiva tra le due auto in partenza. Arrivati a destinazione, preso possesso delle cabine e delle sdraio prenotate, si creava un'area molto accogliente in modo che Zuddu, Rosalba e le altre due sorelle maggiori, Concetta e Giuseppina, potessero giocare e leggere in tutta tranquillità. La mamma si dedicava al lavoro all'uncinetto inframezzato dalla lettura di Mani di fata, rivista per signore a cui era abbonata da quando era ragazzina. Accanto a lei sedeva la zia che non perdeva mai di vista i nipoti sempre capaci, con i loro giochi e i loro scherzi, di combinare qualche guaio di cui lei, con il piglio pragmatico e operativo, trovava soluzione immediata.
Dopo qualche bagno e qualche passeggiata arrivava l'ora di pranzo. Il papà per l'occasione aveva riservato metà di uno chalet che si trovava sulla spiaggia in modo da poter pranzare in totale tranquillità; ecco che in un attimo le assi grezze del tavolo venivano coperte dal lino bianco e resistente della tovaglia, bicchieri, posate e piatti venivano sistemati; posizionati al centro, i piatti di portata venivano scoperchiati e da essi si sprigionavano i profumi di tutto quel cibo che, zitto zitto, era rimasto lì a riposare dalla mattina, all'alba, quando Maruzzedda e la cuoca l'avevano preparato: l'odore solforoso delle uova, l'aroma della buccia di limone misto all'aglio delle polpette e quell'odore ricco e corposo delle patate 'ncupunate (incoperchiate) condite personalmente dalla mamma già la mattina per avere il tempo di prendere tutto il sapore e il profumo dell'olio, dell'origano, dell'aceto, del prezzemolo, della menta e del cipollotto tritatato fine.
Dopo pranzo tutta al famiglia cadeva in un sonno fatato, con lo sciabordio del mare in sottofondo. Zuddu rimaneva sveglio, aspettava di poter fare ancora un bagno...quant'era lunga l'attesa e quant'era invitante quell'acqua azzurra e trasparente dove già da così piccolo con l'aiuto del papà, sgambettava felice e spensierato.
Patate 'ncupunati
2kg di patate
un cipollotto
olio extravergine d'oliva
mezzo cucchiaio d'aceto
sale
prezzemolo,origano, menta
Lessate le patate in poca acqua e con la buccia. Lasciatele raffreddare, sbucciatele e fatele a pezzi. Tritate finemente il cipollotto. in una ciotola sciogliete il sale con l'aceto sbattendo con una forchetta, aggiungete l'olio e continuate a sbattere, quindi aggiungete il prezzemolo tritato fine e l'origano e in ultimo il cipollotto e continuate a mescolare. Aggiugete alle patate e girate un po' per condire bene.
Sono un ottima soluzione come contorno alle grigliate estive, ai pic nic o aggiungendo delle uova sode diventa un piatto unico.
Io ne faccio una versione con un condimento un po' diverso e comunque buono.
2 versione
1 scalogno
2 versione
1 scalogno
1 cucchiaino da the di miele
un bel po' di erba cipollina
mezzo cucchiaio di succo di limone
timo fresco,origano,maggiorana fresca, menta
scorza grattuggiata del limone
olio extravergine d'oliva
Nella ciotola metto il cucchiaino di miele e il sale, aggiungo il limone e sbatto con una forchetta e mano a mano aggiungo l'olio poi metto lo scalogno tritato fine, l'erba
cipollina tagliata piccolina, tutte le altre erbette, la buccia del limone e verso sulle patate.
Che meraviglia!... sia il racconto che la ricetta!!!
RispondiEliminaBravissima!
Un saluto, Cinzia
www.cinziamaria.wordpress.com