Pupi cu l'ova, ricordo di casa Moncada e Auguri di Pasqua
Come vi ho già detto nel post precedente, i miei ricordi culinari sono legati alla figura di mia nonna la cui vena 'cuochifera' raggiungeva vette estreme in occasione delle festività.
Quale occasione migliore per augurarvi Buona Pasqua con un post dedicato a un mio ricordo d'infanzia?
Quale occasione migliore per augurarvi Buona Pasqua con un post dedicato a un mio ricordo d'infanzia?
L’atmosfera del giorno di Pasqua si percepiva già dalle prime ore del mattino. I suoni dall’esterno della casa erano più rari rispetto agli altri giorni, si sentivano solo rumori di passi svelti che presto svanivano in lontananza, poche auto, tutta la città sembrava assorbita dai preparativi della festa. Anche in casa i suoni erano differenti, erano più agitati, convulsi: bisbigli, un parlare fitto fitto, qualche brontolio che veniva, non si sa se dalla pentola o da mia nonna che sovraintendeva con piglio severo le faccende di cottura, preparazione, assemblaggio delle pietanze del sontuoso pranzo di Pasqua. Alle dieci in punto sentivamo i suoi passi, era il momento in cui la nonna apriva la porta della nostra camera e portava con sé l’odore di “cose buone” che avremmo mangiato di lì a poco: l’agnello, ricco ripieno delle ‘mpanate, la ricotta, lavorata con il miele di zagara e la cannella, ripieno delle cassatelle. Mentre le campane della chiesa, ahinoi troppo vicina, suonavano i rintocchi dell’ora, la nonna da un cestino rivestito di stoffa ricamata tirava fuori i pupi cu’l’ova, ognuno avvolto nel suo tovagliolo di mussolina bianco. Questi pani, con un uovo sodo dentro, raffiguravano un ometto, una donnina o una colomba (palummedda), la mia preferita.
Quando diventammo più grandi lei continuò a prepararli. Ce li faceva trovare come segnaposto sulla candida tavola, rigorosamente apparecchiata, e che accoglieva al centro, disteso per lungo, un ramo di calicanto. Sul mobile buffet svettavano le alzate con i loro coperchi di cristallo: da una parte quelle contenenti il cibo salato - pastieri, focaccine e arancinetti - e dall’altra quelle contenenti il cibo dolce - cassatelle, biscotti di mandorle, piccole uova di cioccolato-; nel mezzo trionfavano i piatti di portata con le ‘mpanate di agnello già tagliate a quarti accompagnate dalle verdure novelle: carciofi, zucchine, cipollotto, piselli, fave, carote.
Oggi continuo a preparare i pupi cu’ l’ova ma belli come i suoi non sono mai riuscita a farli, li utilizzo anch’io come segna posto.
Pupi cu’ l’ova
Ingredienti:
500 gr di farina di semola
15 gr di lievito di birra fresco
Acqua q.b.
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale
4 uova
Sciogliere il lievito in un po’ d’acqua tiepida. In una ciotola mettere la farina e aggiungere il lievito cominciando a impastare. Aggiungere acqua sufficiente per avere un impasto sodo ma non troppo. Sciogliere il sale in un po’ d’acqua, aggiungere all’impasto e, continuando a impastare, unire i due cucchiai d’olio, lavorare ancora un po’. Coprire la ciotola con un canovaccio e lasciare lievitare per circa 2 ore.
Prendere l’impasto, sgonfiarlo un po’ e dividere in 4 parti. Stendere ogni pezzo a uno spessore di circa 1cm e cercare di dare la forma che più piace. Al centro introdurre l’uovo avendo l’accortezza di fissarlo con 2 pezzi di pasta messi a croce. Lasciare riposare ancora un’oretta e, una volta spennellati con un po’ d’olio, infornare a 200°C per circa 20minuti (dipende dal forno).
Varianti: nell’impasto si possono aggiungere del formaggio a pezzi e della salsiccia o del pomodoro secco tritato, origano, basilico e maggiorana.così arricchiti si avvicinano al casatiello campano.
Cara Elisa, in cucina sei bravissima..ma a scrivere non scherzi!! potresti scrivere un libro!!
RispondiEliminabaci
pi
Come è dolce questo ricordo....
RispondiEliminaSono sicura che un giorno i tuoi pupi saranno i più belli di tutti!
Un abbraccio, la signora De Angelis
Forte........peccato che la distanza non permette di........assaporare..........
RispondiEliminaciao
RispondiEliminaQuando il bambino era bambino..........nell'immaginario collettivo a palummedda ccù ll'ova era molto più della....playstation!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaChe belle le cucine delle nonne, con la farina sparsa dappertutto, le vascedde di ricotta ancora calda nel suo siero,il cioccolato a pezzi, il forno sempre acceso, pronto a consegnarti teglie ricche di cassatedde, impanate e "auceda ccù l'uovu"...
RispondiEliminaFlora
grazie!!!
RispondiEliminaper "pi": dobbiamo vederci!
Per la Sig.a De Angelis: ma scrivere cuginetta no? così avrei capito subito
Per Jean: esistono gli arerei
Per mascalzone: aspetto ricetta dei tuoi biscotti
per flora: mi fa piacere che anche tu ritrovi atmosfere familiari